Bologna on the road
Esco di casa e scendo in strada, comincio a camminare senza una meta precisa, mi sento un po’ sola nella massa, in un via vai di traiettorie e sguardi che si incrociano sfuggenti… c’è chi va e chi vi viene, scontri e incontri, tutti troppo concentrati nella propria storia, una realtà diversa, impegnati nei propri obiettivi, ognuno con il suo… sembrano spaventati dal tempo che corre via… le immagini scorrono e la realtà ci sfugge tra le dita….
CLICK…. fermo il tempo, lo guardo, lo osservo, lo scruto, lo studio…. lo scopro….
“Bologna, mamma mia, cosa stanno imparando a vedere i miei occhi…. quella città un po’ arrogante e papale, come canta Guccini, un po’ bambina e un po’ donna, capace d’amare e di odiare senza limiti, nè pudore nè vergogna; una Bologna saggia, talvolta irriverente, ingrata e anche un po’ puttana; una ricca Signora, vecchia matrona, che nacque contadina e ora si preoccupa solo di mostrare il suo benessere, ville, gioielli, salami e tortellini in vetrina, quasi a voler nascondere i luoghi buii e abbandonati, dimenticati da ogni Dio, perchè l’odor di miseria, Bologna lo sa, è difficile da mandar giù…. una Bologna accogliente nel luccichio delle vetrine del centro, avara di bolognesi persi tra le migliai di mondi che qui han trovato dimora…. sotto i portici che garantiscono un riparo, sulle panchine della montagnola dove gli adolescenti scoprono i primi amori e se una famiglia non hai, in Piazza Grande la troverai, lì ruberai baci, abbracci, sorrisi, pianti e litigi…..
https://www.giuliodimeo.it/home/progetti/workshops-galleries/bologna-on-the-road-5/
Questa è Bologna e non può esistere una macchina fotografica capace di far la fotografia perfetta, perchè la realtà non è perfetta, bensì mutevole, ogni fotografia muta al mutare dell’artista, del contesto, di quell’attimo che è, e sempre sarà, unico. Non c’è marca nè tecnologia che tenga, la miglior macchina fotografica sei tu, i tuoi occhi, il tuo sguardo e la tua fotografia migliore sarà custodita dentro di te, nella tua camera oscura, in un lento e costante processo di sviluppo, nella capacità di osservare, studiare, conoscere, attendere….”
Torno a casa, mi fermo al semaforo, guardo le macchine scorrermi davanti…. è rosso, il rosso dei tetti, dei muri, dei portici, il rosso sangue, il rosso della passione…. il rosso di Bologna…. voglio morire qui, in Piazza Grande, sepolta dalle infinite fotografie di un crocevia di mondi e storie che qui son state scritte….